LA NORMATIVA VIGENTE IN MATERIA DI DEGRADO URBANO E L’ATTIVITA’ DI CONTRASTO
a cura di Michele Sorrentino
(Relazione tenuta il 21.11.2017 presso l’Università di Perugia al Convegno ”Co-housing. Un modello per Terni”)
Le cause che determinano le situazioni di degrado urbano sono note e si tratta, quasi sempre e prevalentemente, di comportamenti devianti che, oltre a produrre danni nei centri urbani di diverso tipo ed entità, creano soprattutto disagio e allarme nei confronti di chi ha il diritto di vivere il proprio habitat in modo ordinato, pulito e salubre. I responsabili di questo degrado agiscono impunemente con la certezza di non essere controllati e sanzionati e reiterano le loro condotte con
dispregio della legge, dei cittadini onesti e delle istituzioni.
Ciò premesso, in questa sede, risulta utile fare alcuni cenni sulla normativa vigente in materia di degrado urbano e sugli strumenti che la stessa prevede per contrastare il fenomeno. In particolare, detta normativa fa capo:
– al Decreto Legge 23 maggio 2008 n. 92 recante “Misure urgenti in materia di sicurezza urbana” convertito con modificazioni in legge 24 luglio 2008 n. 125;
– all’art. 54 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo Unico Enti Locali), come sostituito dall’art. 6 del citato decreto-legge, recante attribuzioni del sindaco nelle funzioni di competenza statale, e, in particolare, il comma 1 che disciplina i compiti del sindaco in materia di ordine e sicurezza pubblica e il comma 4 che prevede il potere del sindaco di adottare provvedimenti anche contingibili e urgenti, nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento, al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana;
– al Decreto del Ministro dell’Interno 5 agosto 2008 “Incolumità pubblica e sicurezza urbana: definizione e ambiti di applicazione” (cd. Decreto Maroni ).
Dunque al Sindaco, quale Ufficiale del Governo, è conferito il potere-dovere di adottare ordinanze contingibili e urgenti, finalizzate alla tutela dell’incolumità pubblica e della sicurezza urbana relativamente al contesto territoriale di propria competenza. Nello specifico, la contingibilità è riferita all’impossibilità di provvedere con gli ordinari mezzi della legislazione e, l’urgenza, all’impossibilità di differire l’intervento.
Il cd. Decreto Maroni definisce l’incolumità pubblica come l’integrità fisica della popolazione e la sicurezza urbana come un bene pubblico da tutelare attraverso attività poste a difesa, nell’ambito delle comunità locali, del rispetto delle norme che regolano la vita civile per migliorare le condizioni di vivibilità nei centri urbani, la convivenza civile e la coesione sociale. Quindi, questo decreto ha la finalità di indirizzare l’azione del Sindaco in materia di tutela dell’integrità fisica della popolazione e della sicurezza urbana, nel rispetto dei vincoli gerarchici previsti dall’art. 54 del TUEL, che impone l’obbligo di comunicare preventivamente al Prefetto i provvedimenti adottati “anche ai fini della predisposizione degli strumenti ritenuti necessari alla loro attuazione”.
Inoltre lo stesso articolo 54 stabilisce, in caso di inerzia e/o mancata attuazione dei compiti previsti, il potere di vigilanza e quello sostitutivo del Prefetto nei confronti del Sindaco.
In ultimo il Prefetto ha il potere di annullamento d’ufficio degli atti adottati dal Sindaco, quale Ufficiale di Governo, che risultano essere illegittimi o che comunque minano l’unità di indirizzo ed il coordinamento prefettizio dei compiti e delle attività degli ufficiali ed agenti di pubblica sicurezza nella provincia. Ad es. le materie di competenza del legislatore nazionale non possono essere disciplinate da un ordinanza del Sindaco.
Le situazioni previste dal decreto per le quali il Sindaco può promuovere interventi di prevenzione e contrasto sono le seguenti:
a) le situazioni urbane di degrado o di isolamento che favoriscono l’insorgere di fenomeni criminosi, dallo spaccio di stupefacenti allo sfruttamento della prostituzione, dall’accattonaggio con impiego di minori e disabili ai fenomeni di violenza legati anche all’abuso di alcool;
b) le situazioni di danneggiamento al patrimonio pubblico e privato o di impedimento alla loro fruibilità o di scadimento della qualità urbana;
c) l’incuria, il degrado e l’occupazione abusiva di immobili che possano favorire le situazioni di cui ai due punti precedenti;
d) le situazioni che costituiscono intralcio alla viabilità o che alterano il decoro urbano, quali l’abusivismo commerciale o l’illecita occupazione di suolo pubblico;
e) i comportamenti che possono offendere la pubblica decenza anche per le modalità con cui si manifestano, o che limitano l’utilizzo o la fruizione degli spazi pubblici o che ne rendono difficoltoso o pericoloso l’accesso ad essi: è il caso della prostituzione su strada o dell’accattonaggio molesto.
Queste norme hanno rafforzato la capacità di intervento sanzionatorio delle amministrazioni locali, permettendo ai Sindaci di intervenire con ordinanze di significativa portata per prevenire e affrontare fenomeni di degrado e altre criticità relative alla sicurezza in ambito urbano, ma il problema continua a persistere.
Per rendere più efficace l’azione di contrasto, a breve, dovrebbe esserci un intervento legislativo volto alla concessione di ulteriori poteri ai sindaci e all’attuazione di un più forte coordinamento dello Stato in materia di tutela della sicurezza delle città e del decoro urbano. Infatti, esiste già un disegno di legge presentato dal Ministro dell’Interno Alfano “Norme per la sicurezza urbana, per la legalità e la sicurezza dei territori” all’esame degli organi competenti e trasmesso lo scorso settembre a tutti i Sindacati di Polizia. Il testo è stato concordato con l’Anci, è formato da una ventina di articoli e prevede svariate novità.
Il provvedimeto ha l’obiettivo di tutelare la sicurezza come “bene pubblico che afferisce alla vivibilità e al decoro delle città”, da perseguire anche “attraverso la riqualificazione e il recupero dei siti più degradati, all’eliminazione dei fattori di marginalità sociale e di esclusione e alla prevenzione della criminalità. In particolare quella di tipo predatorio, dei fenomeni antisociali e di
inciviltà”. L’intento è quello di avere “strumenti adeguati per garantire una serena convivenza nelle nostre città”.
Per il raggiungimento di specifici obiettivi è necessario prevedere:
– la conclusione di specifici accordi tra lo Stato e le Regioni per l’attuazione di politiche integrate per la promozione della sicurezza urbana;
– la stipula di Patti per la sicurezza urbana sottoscritti tra il Prefetto e il Sindaco finalizzati a:
1) prevenire i fenomeni di criminalità diffusa e predatoria, attraverso servizi e interventi di prossimità, in particolare a vantaggio delle zone maggiormente interessate da fenomeni di degrado e di inciviltà;
2) promuovere il rispetto della legalità, anche mediante iniziative di dissuasione di ogni forma di abusivismo, compresa l’occupazione di alloggi, dello smercio di beni contraffatti o falsificati, nonché di fenomeni di accattonaggio invasivo che comportino turbativa del pubblico utilizzo degli spazi pubblici;
3) promozione del rispetto del decoro urbano, anche attraverso la definizione di forme di consultazione interistituzionale finalizzate a coadiuvare l’ente locale nell’individuazione di aree urbane di particolare pregio artistico, storico o architettonico o interessate ds consistenti flussi turistici, da sottoporre a particolare tutela.
Altro obiettivo del provvedimento è quello di attribuire maggior potere ai Sindaci e alle polizie municipali per rendere più sicure le città, con un contrasto deciso al crimine anche con l’adozione di regolamenti di polizia urbana che possono contenere, nel rispetto della legislazione statale e regionale, disposizioni sulla prevenzione di fenomeni di criticità sociale, suscettibili di determinare un’influenza negativa sulla sicurezza urbana.
Inoltre il disegno di legge ha inteso rendere più incisiva l’azione di contrasto contro il degrado urbano con l’inasprimento delle sanzioni pecuniarie e penali per i c.d. reati predatori e per il deturpamento o imbrattamento di aree pubbliche e private.
Altre misure sono state previste per i soggetti pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica dedite allo spaccio di sostanze stupefacenti e a forme di violenza in occasione di manifestazioni pubbliche.
Sono stati previsti provvedimenti per tutti coloro che assumono condotte lesive del decoro urbano come gli ubriachi molesti, i commercianti e i parcheggiatori abusivi, gli accattoni e i tossicodipendenti.
Circa l’attività di contrasto bisogna considerare che, attualmente, la tutela della sicurezza urbana è un’esigenza che risulta difficile da inquadrare e soddisfare pienamente. Infatti, per avere un’idea sulla scelta di una strategia indonea per la lotta al fenomeno del degrado urbano, occorre considerare anche gli attuali mutamenti sociali come ad es. l’aumento di persone che vivono da sole, l’assenza di adeguate condizioni ambientali per socializzare, la difficoltà ad integrarsi con culture “diverse” derivante dal fenomeno delle migrazioni, etc. Tutto ciò incide sulla vita quotidiana di ciascuno e alimenta un quadro complessivo di paure e incertezze sul futuro, anche a causa della precarietà lavorativa, dell’instabilità economica e familiare, dall’indebolirsi e il venir meno della fiducia nei modelli etici e comportamentali tradizionali, dalla crescente minaccia terroristica.
Quindi, per svolgere un’efficace attività di contrasto occorre innanzittuto analizzare a tutto campo le cause che favoriscono le situazioni di degrado urbano, monitorare costantemente il territorio attraverso controlli mirati, garantire la prevenzione e la repressione dei reati e agire su altri fronti che si ritengono essenziali come ad esempio:
1) Incentivare la collaborazione del cittadino con le Istituzioni per una migliore gestione delle informazioni ai fini della tutela della sicurezza urbana.
Su questo fronte già è attivo per la città di Terni il servizio “Strade sicure” che dà la possibilità a tutti i cittadini di inviare al Comune segnalazioni su inconvenienti, danneggiamenti e malfunzionamenti riguardo a:
– strade (dissesti, carenze, danneggiamenti e imbrattamenti dell’arredo urbano, della segnaletica, delle targhe toponomastiche, mancata segnalazione dei cantieri stradali, pericolosi o abusivi, richiesta di interventi di adeguamento funzionale, realizzazione di marciapiedi, opere per la sicurezza, mancanza di segnaletica orizzontale e verticale);
– decoro urbano ed ambientale (spazi pubblici sporchi, isole ecologiche sporche, mancanza di cassonetti per la raccolta dei rifiuti, discariche, scritte ed imbrattamenti dell’arredo urbano, dei monumenti, dei palazzi pubblici e privati, elementi di degrado degli spazi privati e degli edifici privati visibili dagli spazi pubblici, elementi che costituiscono segni d’inciviltà e di degrado degli spazi urbani);
– problemi alle fognature (ostruzioni, danneggiamenti, rigurgiti di acque bianche e nere, pozzetti, griglie ed opere d’arte, richiesta estensione reti, adeguamenti funzionali);
– acque irrigue, fossi e corsi d’acqua, fontanelle, fontane pubbliche;
– alberature e verde pubblico (alberi pericolanti, caduta rami, siepi o rami sporgenti, cattiva manutenzione, richiesta di potatura, reimpianto, sostituzioni, sistemazione, potenziamento istallazione arredi, attrezzature ludiche);
– illuminazione pubblica (assenza, insufficienza, malfunzionamenti, richiesta adeguamenti, estensione nuovi punti luce);
– altro (richieste analoghe possono riguardare tutti i servizi a rete quale rete di distribuzione gas, rete elettrica, rete telefonica, impianti in genere di telecomunicazione, etc.).
L’iniziativa fa parte del “Progetto Strade Sicure e Decoro Urbano” a cura dell’Assessorato Comunale ai Lavori Pubblici, che si avvale di un contact center e della collaborazione dell’URP/Sportello del Cittadino del Comune di Terni.
Dal momento della segnalazione si attiva un contatto diretto con il cittadino che potrà conoscere lo stato di avanzamento della sua richiesta. Al termine è prevista anche una verifica del grado di soddisfazione dell’utente e la possibilità di proporre suggerimenti.
2) Riqualificare i contesti urbani deteriorati dal degrado.
Su questo tema bisogna tener presente che, in altre realtà, l’opera di restaurazione e/o ristrutturazione urbana ha permesso di restituire ai cittadini parti di città ed ha contribuito a modificare radicalmente la percezione della sicurezza vissuta negli stessi luoghi precedentemente in stato di incuria e di abbandono.
In base ai citati risultati e ai fini della “Riqualificazione urbana e sicurezza delle periferie”, il 1° giugno 2016 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 127 il Decreto del Presidente del Consiglio che approva il Bando con il quale sono definiti le modalità e la procedura di presentazione dei progetti per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città
metropolitane, dei comuni capoluogo di provincia e della città di Aosta.
Ai fini del decreto si considerano periferie le aree urbane caratterizzate da situazioni di marginalità economica e sociale, degrado edilizio e carenza di servizi. La procedura di selezione è indetta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e presso la Presidenza del Consiglio dei ministri è istituito un Nucleo per la valutazione dei progetti.
Per l’attuazione del Programma è istituito un apposito Fondo ed autorizzata la spesa di 500 milioni di euro per l’anno 2016. Non è molto, ma è comunque una buona decisione.
3) Prevedere occasioni di incontro tra autorità e popolazione.
Programmando alcune conferenze sulle tematiche della sicurezza a livello locale, i cittadini avrebbero l’opportunità di essere informati sulla vivibilità del proprio territorio e su una corretta percezione delle situazioni di degrado anche con il diretto coinvolgimento degli interessati nella elaborazione degli interventi da mettere in campo.
4) Usare i social network per condividere e denunciare le situazioni di degrado.
Al fine prevenire e impedire la reiterazione di situazioni di degrado ambientale particolarmente pericolose per la sicurezza dei cittadini e per la sanità pubblica, queste nuove tecnologie dell’informazione possono essere usate per condividere e denunciare i rischi di qualsiasi genere per la collettività, dall’inquinamento ambientale all’individuazione di zone dove si pratica lo spaccio di stupefacenti e/o altre attività illecite, al dissesto idrogeologico, etc.
5) Promuovere l’educazione civica e la formazione alla legalità.
Su questo tema è il caso di menzionare il recente protocollo di legalità stipulato il 4 ottobre 2016 tra la Prefettura di Terni e la società Acciai Speciali Terni che opera nel campo della produzione e distribuzioni di acciai speciali (inossidabili, basso legati e al carbonio), destinati principalmente al settore alimentare, agli elettrodomestici, all’edilizia, ai casalinghi, alla produzione e utilizzazione di energia, ai trasporti, all’industria base, a quella meccanica e siderurgica.
Un protocollo d’intesa che fissa alcune azioni da portare avanti insieme con l’obiettivo di aumentare la cultura della legalità e del rispetto delle norme. E’ il documento che l’amministratore delegato di Ast Massimiliano Burelli e il Prefetto di Terni Angela Pagliuca hanno firmato unitamente al Sottosegretario al Ministero dell’Interno Gianpiero Bocci.
Tale accordo è “finalizzato all’attuazione di politiche interne di contrasto all’illegalità nei diversi ambiti della lotta alla criminalità organizzata, della prevenzione dei fenomeni corruttivi e del rispetto delle regole della concorrenza e del mercato”. La collaborazione vedrà la Prefettura e la società A.S.T. impegnate “nell’organizzazione di molteplici iniziative finalizzate alla più ampia diffusione della cultura della legalità sul territorio provinciale, a beneficio dell’intera popolazione, con particolare attenzione alle giovani generazioni”.
Tale accordo arriva dopo che negli ultimi mesi proprio l’A.S.T. è finita vittima di truffe, smascherate da diverse operazioni portate avanti dalle forze dell’ordine e coordinate dalla procura della Repubblica di Terni. Anche in questa ottica “la prefettura di Terni e A.S.T. avvertono l’esigenza di rafforzare e rendere più incisiva la tutela della sicurezza, intesa nell’ottica di una intensificazione dei controlli mirati a prevenire e reprimere ogni possibile infiltrazione della criminalità organizzata comune nel mondo dell’impresa e nel mercato del lavoro”. In programma dunque ci sono diverse iniziative che coinvolgeranno anche l’opinione pubblica e soprattutto le giovani generazioni.
Tra queste quelle mirate soprattutto a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della lotta alla corruzione attraverso incontri, riflessioni, dibattiti ed ogni altra forma di comunicazione, diffusione della conoscenza e della corretta applicazione della normativa anticorruzione e per la trasparenza, delle buone prassi internazionali e degli strumenti utili per le aziende private. Ancora, promuovere iniziative formative sul tema della corruzione anche mediante la formazione e l’aggiornamento del
personale.
Una ulteriore iniziativa della Prefettura di Terni contro il degrado urbano è stata la recente istituzione di un apposito Tavolo in tema di “abbandono e roghi di rifiuti” rivolto ad accentuare le sinergie interistituzionali onde sviluppare un piano di intervento finalizzato ad attività di prevenzione e vigilanza con l’intento di impedire l’illegale abbandono dei rifiuti e dello smaltimento
attraverso i roghi.
Altri accordi sono in via di definizione tra la Giunta Regionale Umbra e quella Comunale Ternana per porre le basi dell’avvio di un percorso comune che in breve tempo, riqualificando e arricchendo i contenuti dei rapporti inter-istituzionali tra i due enti, dovrà portare alla stipula di un vero e proprio Patto istituzionale per lo sviluppo.
La finalità generale è infatti quella di rilanciare una nuova stagione di sviluppo sociale ed economico, di riqualificazione urbana e di rigenerazione territoriale ed ambientale.
Elementi programmatici di riferimento dell’intesa saranno il Piano ex area di crisi complessa – ivi compreso il tema delle infrastrutture a sostegno dello sviluppo – il programma di sviluppo integrato e sostenibile di “agenda urbana” e il rilancio del polo universitario/sanitario.
In termini operativi si seguirà il metodo della co-progettazione, già positivamente sperimentato con il progetto di agenda urbana che ha visto Terni tra le primissime città in Italia definire il proprio progetto di sviluppo. Il punto di arrivo di questo percorso sarà quindi un patto istituzionale articolato in schede progettuali nelle quali verranno indicati gli interventi, i soggetti responsabili, le scadenze e le relative risorse.
6) Monitorare attentamente e costantemente le situazioni di degrado urbano per il miglior coordinamento delle Forze di Polizia e per un’adeguata applicazione delle misure di prevenzione nei confronti delle persone pericolose per la sicurezza pubblica.
Circa questo tipo di attività giova ricordare che sul territorio già operano uffici delle Forze di Polizia e della Prefettura che si dedicano all’analisi dei fenomeni criminali e al controllo del territorio, che deve essere mirato anche ai fini dell’applicazione delle misure di prevenzione di competenza delle Autorità Provinciali di pubblica sicurezza con particolare riguardo all’avviso orale e al rimpatrio con foglio di via obbligatorio di competenza del Questore. Quindi, coordinamento delle Forze di Polizia operanti sul territorio, analisi dei fenomeni criminali che concorrono al degrado urbano, controlli mirati e applicazione delle misure di prevenzione sono sicuramente le attività da privilegiare con incessante impegno per ottenere i risultati sperati. A questo si deve aggiungere anche la necessaria collaborazione dei cittadini.
In conclusione, tutte le iniziative volte a contrastare il degrado urbano e a garantire la vivibilità del territorio potranno essere utili allo scopo nella misura in cui le stesse verranno efficacemente coordinate e tradotte in azioni pratiche. Ovvero, se tali iniziative saranno efficacemente supportate da tutte le componenti istituzionali, sociali, imprenditoriali, politiche e religiose che, a vario titolo, devono e possono fornire il loro contributo per la prevenzione e la risoluzione di questa particolare forma di disagio sociale.
Michele Sorrentino